Diagnosi

La diagnosi di IPP si ottiene dalla storia clinica del paziente e dalla valutazione del pene. L’anamnesi deve essere accurata e comprendere informazioni circa l’inizio dei sintomi e la possibile relazione con un trauma penieno durante il coito, la progressione o la stabilità delle deformazioni peniene e se queste interferiscono con il rapporto sessuale. Va indagata inoltre la presenza di disfunzione erettile. Poiché si tratta di un quadro morboso con forte impatto psico-sociale, vanno indagati il tono dell’umore e lo stato relazionale del paziente, anche in previsione di un approccio terapeutico multidisciplinare. È stato validato a questo proposito un questionario di valutazione, in grado di misurare gli effetti psico-sessuali della presenza di IPP e della risposta al trattamento, il PDQ.53 Nel circa 33% dei casi i pazienti si presentano già nella seconda fase di malattia rendendo l’iter terapeutico più complesso e ricordando meno dettagli dell’inizio della malattia.

L’esame del pene comprende ispezione e palpazione con le quali si possono evincere: 

- la localizzazione delle placche e della loro consistenza (soffice o calcifica); 

- le deformazioni (pene a clessidra, a cerniera) e l’angolo di curvatura del pene, meglio durante erezione, mediante iniezione intra-cavernosa di sostanza vasoattiva o, in alternativa, utilizzando autofotografica portata dal paziente al momento della visita;54

Ad oggi l’autofotografia del pene risulta l’esame fondamentale per la diagnosi e la valutazione dei risultati ottenuti con le terapie

 la misura della lunghezza del pene, anche in previsione di un trattamento chirurgico, in modo che il paziente comprenda che la perdita di lunghezza del pene dipende da IPP e in piccola parte dall’atto chirurgico (1-2cm in base al grado di curvatura); questo fattore spesso spaventa l’uomo che oltre ad avere perso cm di lunghezza a causa della malattia, ne perderà altri a causa della terapia chirurgica

 la valutazione della disfunzione erettile mediante questionario IIEF; spesso associata a causa di meccanismi psicologici di ridotta autostima causata della perdita di lunghezza o dal peggioramento estetico del proprio pene o da cause fisiopatologiche per cui è utile un supporto farmacologico

 eventualmente, se presente, esecuzione di eco-doppler penieno, per la valutazione dell’assetto vascolare. L’ecografia del pene permette inoltre la localizzazione esatta delle placche, la loro misura e grado di calcificazione.

Tale metodica ritenuta spesso fondamentale dal paziente risulta in realta’ indicata solo in casi selezionati come riportato anche dalle linee guida europee sulla gestione della malattia.

Vanno valutate, in corso di esame obiettivo, anche le altre possibili sedi di fibrosi: palmo delle mani e pianta dei piedi ed eventuali altre comorbidità. 

Non sono necessari esami di laboratorio per la diagnosi, tranne che per confermare la presenza degli altri fattori di rischio per IPP, come diabete e malattie CV. In caso di concomitante disfunzione erettile, è utile la valutazione funzionale dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi per la ricerca di eventuali cause organiche. 

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